La Chiesa di S. Francesco alle Scale, costruita lungo la storica via Pizzecolli (o del Comune) come molti altri importanti edifici storico-artistici del capologuo dorico, domina l’irregolare piazza omonima dall’alto di una gradinata creando un grande effetto scenografico e sembra sfidare le leggi dello spazio con i suoi volumi e con il suo grandioso portale gotico.
L’edificio ebbe una vicenda architettonica assai complessa. La prima fondazione della chiesa e dell’annesso convento risale al 1323 a opera dei Francescani, che la dedicarono a Santa Maria Maggiore. A metà del ‘400 la chiesa ebbe l’attuale intitolazione e venne realizzato il portale che abbellisce la facciata.
Una radicale ristrutturazione dell’edificio, non sempre rispettosa, venne realizzata tra il 1777 e il 1790 ad opera di Francesco Maria Ciarrafoni. Poi ebbe inizio la decadenza, suggellata dall’esproprio e dalla destinazione del complesso a scopi militari e ospedalieri in epoca napoleonica (1798) e subito dopo l’unità d’Italia (1861).
La Chiesa di S. Francesco alle Scale di Ancona fu ripristinata e riaperta nel 1953 e poi nuovamente consolidata dopo il terremoto del 1972. Il grandioso portale fu realizzato dal dalmata Giorgio Orsini detto Giorgio da Sebenico (1454). Il portale è chiuso tra due pilastri ornati di statue di santi che reggono un grande baldacchino culminante con una fioritura di pinnacoli.
Di grande vigore espressivo sono le venti teste (tra cui due leonine) che ornano gli stipiti e l’architrave. Il bassorilievo nella lunetta raffigura San Francesco che riceve le stimmate.
A destra della facciata i resti di un portale rinascimentale dal quale si accedeva al Convento.
L’interno di aspetto settecentesco ed a navata unica è stato ripristinato nel secondo dopoguerra in occasione della riapertura al culto della chiesa. Conserva il Battesimo di Cristo di Pellegrino Tibaldi, la Gloria in gesso di Gioacchino Varlè, gli Angeli che trasportano la Santa Casa di Loreto di Andrea Lilli e soprattutto la grande pala dell’Assunzione di Lorenzo Lotto (1550), uno dei capolavori dell’artista: la Vergine è ritta in piedi mentre viene trasportata in alto da un coro di angeli, tiene le braccia aperte e lo sguardo è rapito in cielo. Sotto di lei gli Apostoli in un gesticolare meravigliato e un pò smarrito, circondano il sepolcro vuoto
L’altare maggiore in legno dorato proviene dalla soppressa chiesa di San Francesco ad Alto.