Nella zona del porto di Ancona, tra le numerose testimonianze storiche della città, troviamo la “Casa del Capitano“. Ci si arriva percorrendo la banchina portuale (andando verso destra fronte al mare); la struttura, francamente un pò nascosta dalla cinta muraria che fu costruita a protezione del porto nel secondo secolo a.C. quando Ancona divenne base della flotta romana per il pattugliamento dell’Adriatico. E’ una casa di stile medioevale del XIII secolo che è riuscita a sopravvivere ai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Nella parte frontale, quella che guarda praticamente verso il mare, potrete ammirare due grandi arcate a sesto acuto in pietra che fanno da contorno agli accessi dell’abitazione e ai magazzini. Tutta la facciata della Casa del Capitano è caratterizzata da un prezioso fregio floreale, di epoca romanica, che partendo a destra dalla bocca aperta di una fiera, attraversa tutta la facciata.
L’eleganza e la sobria decorazione l’hanno fatta impropriamente denominare la “sede del Capitano del Porto”. In realtà tale carica, come risulta da lapidi ancora oggi visibili ed esistenti, era esercitata da tre consiglieri.
Oggi l’edificio ospita il Planetario dell’Istituto Tecnico Nautico.
Prioprio alle spalle della Casa del Capitano sono stati ritrovati recentemente i resti dell’antico porto romano.
A monte del Lungomare Vanvitelli rimasero in piedi alcuni ambienti su due piani che si affacciavano sulla strada. La continuità con le sottostanti strutture, emerse in occasione degli scavi iniziati dal Comune per realizzare un parcheggio, ha dimostrato con certezza che questi facevano sicuramente parte del complesso portuale romano.
Per visitare gli scavi è stata montata una passerella; percorrendola, nel lato rivolto verso la città, è visibile un tratto della cinta muraria a protezione del porto costruita nel II sec.a.C.
Vedrete alcuni ambienti di età traianea (II-III secolo d.C.) e di forma rettangolare con il lato più grande perpendicolare alla costa. Più avanti, sfalsati su più piani, sono locali di età augustea, locali quasi sicuramente impiegati per la costruzione e la riparazione delle navi o a magazzini.
Già in epoca romana, l’area portuale doveva essere limitata a settentrione dal monumento simbolo di Ancona, l’arco che si eleva sul molo nord del porto. Questa struttura, risparmiata nei secoli da terremoti, dalla violenza del mare e dagli eventi bellici delle due guerre mondiali, fu dedicata nel 115 d.C. dalla città all’imperatore Traiano che l’aveva abbellita e ne aveva ampliato il porto, per farne la sua base logistica per le campagne in Dacia.