Il Fortino Napoleonico e la Rievocazione Storica della Battaglia di Portonovo

Nella splendida baia di Portonovo, a pochi metri dal mare sorge una spettacolare struttura militare che se passate da queste parti non potete sicuramente perdervi: stiamo parlando del Fortino Napoleonico, raro esempio di fortificazione costiera.

Il Fortino fu costruito nel 1810 durante il Regno d’Italia di Napoleone dal generale Beauharnais con il compito di difendere il fianco a meridione di Ancona impedendo lo sbarco alle navi della flotta inglese che cercavano riparo nella baia e rifornimenti d’acqua presso la fonte di Portonovo.

Si narra che per costruirlo furono utilizzate le pietre del vicinissimo monastero benedettino di Santa Maria di Portonovo, distrutto nel 1320 da una frana scesa dal monte Conero.

Dopo la battaglia di Castelfidardo e a seguito dell’entrata delle Marche nel Regno d’Italia (1860), la funzione militare del fortino non fu più necessaria e tutta la struttura cadde in rovina. Successivamente, intorno agli anni sessanta, fu eseguito un importante lavoro di restauro rispettando la struttura originale; è con tale restauro che si è riportato il Fortino Napoleonico alla sua originale magnificenza. Ora ospita un albergo con ristorante, base ideale per un soggiorno in questa area incontaminata.

Il Fortino Napoleonio

A maggio ogni anno la baia di Portonovo ospita la rievocazione storica Porto Nuovo 1811.

1811: l’11 marzo parte da Ancona una sfortunata spedizione della flotta franco-italiana contro Lissa, tenuta dalle forze britanniche.
Il 2 maggio dello stesso anno, la Royal Navy attacca Porto Nuovo. L’incursione è respinta dal presidio militare che riporta diversi feriti, ma evita la preda del naviglio locale. L’episodio è narrato dalle cronache dello storico Antonio Leoni nella sua “Ancona illustrata” del 1832.
Per mantenere il controllo marittimo dell’Adriatico, avvengono numerose scorrerie soprattutto da parte dell’Inghilterra, che dispone di una potente flotta composta di comandanti capaci e marinai addestrati, veterani di molte battaglie sul mare, ma si creano una certa fama anche i nostri corsari anconetani al servizio di Napoleone, che con astuzia e coraggio fanno molto bottino nemico.
La tutela delle coste è invece affidata alle numerose batterie dipendenti dal Comando di Ancona, capoluogo dell’allora Dipartimento del Metauro, ed importante porto del Regno Italico, da sempre alleato della Francia.
Due di queste batterie, munite di pezzi d’artiglieria pesante, sono collocate in posizione strategica a difesa della Baia del Calcagno: la prima, dove poi sorgerà il famoso Fortino, oggi restaurato; la seconda, di cui restano pochi avanzi su un terreno franoso, sul costone dominante lo scoglio naturale del Trave. Queste postazioni consentono ai nostri cannonieri guarda coste di effettuare il tiro incrociato nello specchio di mare antistante contro l’aggressore.
Ma lo scopo di queste difese era anche quello, non meno rilevante, d’impedire l’approdo alle ciurme nemiche che necessitavano approvvigionarsi d’acqua dolce alla vicina fonte che, dalle falde del Cònero, sgorga presso la baia.
Per questa sua importante e rara risorsa naturale, la Fonte era riportata sulle carte nautiche del tempo e la rendeva nota e ambita ai naviganti.
Questi sono i temi della nostra ricerca che vogliamo proporre all’attenzione del pubblico attraverso una ricostruzione storica resa possibile dalla fedele interpretazione dei nostri r-eenactors.

Fonte: portonuovo1811.jimdo.com

Gruppo storico napoleonico LA GUARNIGIONE
Gruppo storico napoleonico CORSARI ANCONETANI

Rievocazione storica della battaglia Porto Nuovo 1811

Del Porto NUOVO (dal “Portolano” di Ignazio Prina, 1816)
Monte Conero, o Monte d’Ancona = Torre Latitudine 43° 33’ 19’’ – Longitudine 11° 16’ 30’’

Sotto il Monte Conero e due miglia e mezzo prima di arrivare alla Punta che s’avanza nel Mare, la Costa trarupata si insena nello spazio di poco più di un miglio, formando l’ansa denominata Porto Nuovo. Questo offre ad ogni Legno opportuno ricovero a ridosso da un lato dai venti che soffiano da Maestro, da Tramontana e da Greco; e dall’altro quelli da quelli di Ostro-Scirocco, trovandosi però esposti all’impeto dei Venti che girano dal Greco–Tramontana al Scirocco-Levante. I Pratici non danno fondo in questo Porgitore, che nella circostanza in cui vedono di non poter guadagnare il Porto d’Ancona, non convenendo per rimanervi a rilasso. E’ difesa cotesta Rada da due Batterie laterali, ed ha il fondo di sabbia mista con ghiaja, e sparso in alcuni siti, e specialmente verso la Punta del Piano su cui esiste la Torre a Scirocco entrando, di scogli che taglierebbero le gomene delle ancore, quando acconciamente non si alleggiassero, siccome in tali casi si usa. Dalla Parte di Ponente, uno scoglio detto il Trave parte dalla Costa scoperto, e si diffonde sott’acqua per l’intervallo di un terzo di miglio direzione di Scirocco-Scirocco-Levante, non senza essere di pericolo ai Bastimenti che vi si avvicinassero. Sopra lo stesso Trave vi sono diversi Punti fissi per formare le amarre dei Legni che si ricoverassero in quest’Ansa. La Torre, che ben distinguesi sull’imminente alta sommità del Monte Conero, la Chiesa della Madonna sotto lo stesso Monte e nel Porto medesimo; come pure la Torre, che vedesi più vicina alla Bocca entrando, sono oggetti rimarcabili per la Riconoscenza di questo Ancoraggio: ma per entrarvi bisogna governare per Greco-Levante la Cima del Monte Mezzaluna, che stà quasi in mezzo del Seno che costituisce il Porto. Si noti altresì che col Vento fresco di Ponente formansi de’ vortici tali alla Bocca di Porto-Nuovo, che si esporrebbero a qualche rischio coloro che vi abbordassero senza la pratica cognizione locale.

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