Una tra le innumerevoli opere architettoniche di epoca romana più importante della città è sicuramente l’Anfiteatro Romano.
L’Anfiteatro Romano di Ancona fu costruito in età augustea verso la fine del I sec. a.C., modificata poi durante il periodo di Traiano (I sec. d.C.), sorge sulla sella naturale tra i colli Guasco e di Cappuccini. Fu scoperto nei primi anni dell’800, anche se gli scavi iniziarono solo 100 anni dopo.
Si suppone che la sua parte più interna, a conci quadrati, apparteneva ad un teatro del periodo greco
L’Anfiteatro si presenta con una struttura di forma ellittica, non perfettamente regolare per adattarsi alle condizioni del terreno, ed originariamente era larga 74 metri e lunga 93, , mentre l’arena era di m 52 x 35; le sue 20 gradinate potevano contenere fino a 10.000 spettatori.
L’accesso era garantito tramite due ingressi, il primo destinato all”acceso dei gladiatori (la porta pompae), del quale resta il monumentale Arco Bonarelli, in blocchi d’arenaria, ben visibile nell’adiacente piazza del Senato, il secondo invece veniva utilizzato dai gladiatori moribondi e morti durante i combattimenti .
Esistevano inoltre diversi ingressi utilizzati dagli spettatori, che conducevano ai vari settori della cavea; a volte questi ingressi non erano dotati di scale, ma arrivavano direttamente nel settore, sfruttando la pendenza naturale del terreno.
Da via Birarelli si possono ammirarne i resti riportati alla luce da scavi archeologici. L’Anfiteatro fu abbandonato in età tardo-imperiale e si suppone che venne utilizzato prima come cava di materiale da costruzione, poi come carcere e infine inglobato nella chiesa di San Gregorio e nel Convento di San Bartolomeo.
Da ammirare i resti del mosaico che sono visibili da via Pio II.
Nel settore verso piazza del Senato l’anfiteatro appare in tutta la sua imponenza, con un largo tratto dell’ellisse, decorato con fasce alternate di opus reticulatum e di opus latericium; vi si apre l’ingresso principale all’arena, la porta pompae, detto in città “Arco Bonarelli”, dal nome della famiglia nobiliare che aveva il palazzo in quest’area.Sono ben visibili anche due contrafforti radiali, di cui uno quasi dell’altezza originaria. Inoltre, percorrendo via Pio II, sono visibili due ingressi riservati agli spettatori. Dell’edificio addossato a sinistra della porta pompae sono visibili la natatio, le pavimentazioni (a mosaico, con scacchiera e figure di delfini, a opera spicata e ad esagonette), un’iscrizione in mosaico e resti di affreschi. I resti di questo edificio sono protetti da una tettoia moderna.Sotto ai mosaici di questa zona gli scavi hanno portato alla scoperta di una strada risalente all’epoca della colonia greca. All’interno di palazzo Bonarelli, su via Pio II, è visibile un altro tratto dell’ellisse, con alcune nicchie.Perfettamente sovrapposti al muro di cinta romana, sono presenti edifici di abitazione di epoche successive, fenomeno comune su strutture romane simili. All’interno di questi edifici sono visibili le gradinate della cavea.
(fonte Wikipedia)